Una musa?

Georges Lepape, copertina di Vogue con Lee Miller, 1927

Lee Miller naque a Poughkeepsie nel 1907, una piccola città nel bel mezzo del nulla. Suo padre era un fotografo dilettante e sua madre era una canadese di origine scozzese. A 19 anni era straordinariamente bella, intelligente, e Poughkeepsie non era abbastanza grande per lei, così si trasferi' a New York.

A New York incontro' Conde' Nest, il fondatore della rivista Vogue, quando lui la salvo' mentre stava per essere travolta da una macchina. In pochi mesi divenne una delle modelle più acclamate di Vogue, e la rivista le dedico' la copertina nel 1927. Ma né New York né il fatto di essere una top model era abbastanza per lei, così si trasferi' a Parigi per diventare una fotografa professionista.

Appena arrivata a Parigi, andò dritta dal migliore fotografo al mondo, all'epoca Man Ray, e gli disse che lei sarebbe stata la sua nuova apprendista. Man Ray le rispose che non voleva ne' aveva bisogno di un apprendista. La sera stessa diventarono amanti, e da quella notte Lee Miller fu l'apprendista di Man Ray. Attraverso Man Ray conobbe la cerchia degli artisti di Parigi negli anni '30: divenne buon amica (e amante) di Picasso, di Paul Eluard e Jean Cocteau, e così via. Mentre continuava l'apprendistato con Man Ray, fu la star del primo film di Cocteau, modella di quadri di Picasso, e il soggetto delle immagini più importanti mai create da Man Ray, immagini che ora appartengono alla storia della fotografia. In quel periodo, lei (non Man Ray) scopri' la solarizzazione, una tecnica che divenne quasi un marchio di riconoscimento per Man Ray per gli anni a venire. Ma Parigi comincio' ad essere troppo angusta per lei, così tornò a New York.

Nella città di New York creo' il suo studio fotografico, che immediatamente divene lo studio fotografico più popolare in città. Era una delle celebrità più note negli Stati Uniti, per la sua incredibile bellezza, perché era una grande fotografa, e per il numero elevato dei suoi amanti. Ma comincio' a sentirsi claustrofobica anche New York, e un bel giorno sparì.

Dopo pochi mesi, riapparve sposata con un miliardario egiziano. Chiuse lo studio e si trasferì in Egitto con il suo amato marito. In Egitto scatto' alcune delle immagini più belle mai scattate, veri capolavori della fotografia. Ma il matrimonio può essere noioso, e l'Egitto può essere molto solitario, per cui dopo un certo tempo fuggi' e torno' a Parigi, dove decise di arruolarsi nell'esercito.

La seconda guerra mondiale era iniziata, e divenne un fotografo nell'esercito degli Stati Uniti. Fu con le truppe americane per tutta la campagna, dalla Normandia fino a Berlino. Fu il primo fotografo ad entrare Buchenwald, e vedere l'orrore della campi di sterminio, oltre agli ordinari orrori della guerra. Pubblico' le sue foto di Buchenwald su Vogue in un articolo intitolato "Believe it", dalle parole nel suo telegramma alla redazione. Le sue immagini della seconda guerra mondiale compongono uno dei piu' incredibili, umani e lucidi reportage di guerra mai realizzati. Niente di simile in termini di reportage di guerra si sarebbe visto fino agli anni 60, con Don McCullin in Vietnam.

Dopo la guerra, rimase incinta di Sir Roland Penrose, un amante bisessuale di lei, al momento impegnato in una relazione con un altro uomo. Ottenuto il divorzio dal comprensivo marito, sposò Roland Penrose per diventare Lady Penrose, o Lady Penrose di Poughkeepsie, come diceva lei. Visse in una villa enorme in Sussex, e il suo entourage di conoscenti era composto ancora una volta dai piu' grandi artisti del periodo, Dubuffet, Ernst, Agar e altri ancora. Ma dopo le forti emozioni della guerra, l'arte non appariva interessante come prima. Così si diede alla cucina, divento' un Cordon Bleu, ed vinse alcuni dei premi più ambiti con sue creazioni, come il Tappeto Persiano, un dessert di arance e violette candite, o il suo budino di prugne in salsa azzurra.

Nella maggior parte dei libri d'arte Lee Miller è raramente menzionata. Quando si accenna a lei, viene descritta come la "musa" di Man Ray e di altri artisti parigini degli anni 30, o in relazione alla sua attiva vita sessuale. Una musa, mi sono chiesto? Un passivo elemento di ispirazione alla creatività degli altri? Come può essere accaduto un tale equivoco? Uno dei più grandi artisti del ventesimo secolo etichettato come semplice musa, attirando la curiosità soprattutto a causa della sua vita sessuale attiva? Inconcepibile, come se i critici d'arte fossero più interessati alle relazioni di Picasso, piuttosto che nei suoi dipinti. La storia dell'arte, conclusi, è un campo profondamente sessista.

L'atteggiamento verso Lee Miller è esemplificato dal destino delle sue immagini della seconda guerra mondiale. Anche se sono tra le più incredibili e sconcertanti immagini nella storia della fotografia, l'immagine più famosa della seconda guerra mondiale di Lee Miller è quella in cui lei non è fotografa, ma modella: quella in cui lei, reduce da Buchenwald, stanca, sporca ma comunque bellissima, si toglie gli stivali fa un bagno nella vasca Adolph Hitler, e li viene fotografata nuda da un suo collega fotografo (e amante). Il mondo non era pronto ad accettare una donna come uno dei più grandi fotografi di tutti i tempi, ma l'ha accettata volentieri come una passiva bellezza al bagno nuda nella vasca di Adolf Hitler.


IF YOU LOVE LEE MILLER CLICK "LIKE" NOW!


Share

No comments:

Post a Comment