La Tristissima Storia di Henry Darger

La Stanza di Henry Darger

Henry Darger naque a Chicago nel 1892, la data esatta non è nota. Sua madre mori' dando alla luce una bimba quando aveva 4 anni. La bambina fu data in adozione e Henry non seppe mai di avere una sorella. Suo padre, un uomo gentile, visse con lui fino al 1900, quando fu costretto in un ospizio per poveri a causa del suo stato di salute. Henry fu dapprima rinchiuso in un orfanotrofio, ma fu presto ricoverato in un manicomio infantile. Al tempo, lavoro forzato e severe punizioni erano pratiche comuni, e l'atteggiamento di Harry era tale che egli fu spesso punito dagli insegnanti e maltrattato dai suoi compagni di classe. Nel 1905, mentre era in manicomio, ricevutte la notizia della morte del padre. A quel punto cerco' piu volte di fuggire, riuscendci finalmente nel 1908.

Raggiunse Chicago e riusci' a trovare un lavoro umile in un ospedale cattolico che gli permise di sostenere se stesso fino al pensionamento nel 1963. Tutta la sua vita fu semplice e solitaria: lavorava, andava in chiesa, era vestito poveramente, anche se cercava di tenere i suoi vestiti puliti. Visse nella stessa stanza per la maggior parte della sua vita. Ebbe un solo amico, William Shloder, con cui condivideva il sogno di fondare un istituto capace di trovare famiglie amorose per bambini abusati. Henry Darger provo' piu' volte durante la sua vita ad adottare un bambino, senza mai riuscirci. Nel 1973 Henry Darger mori' nello stesso ospizio per poveri dove suo padre era morto nel 1905.

Fu in quel momento che il suo padrone di casa scopri' il segreto incredibile di Henry Danger. Nella sua stanza trovo' "Nei Regni dell'Irreale", un manoscritto in 15 volumi, interlinea singola, di 15.145 pagine. Il testo era accompagnato da 3 volumi di illustrazioni, disegnate in oltre 6 decenni. Nella stanza furono trovati inoltre una autobiografia in 8 volumi, 5.084 pagine, vari diarii, e una seconda opera di narrativa di oltre 10000 pagine scritte a mano, circa dieci volumi. Tutto riccamente illustrato con centinaia di disegni e pitture ad acquerello.

"Nei Regni dell'Irreale" fu ispirato dalla morte di Elsie Paroubek, una bimba di 5 anni scomparsa e trovata strangolata una mese più tardi. "La storia delle Vivian Girls, in quello che è noto il regno dell'Irreale, della tempestosa guerra Glandeco-Angelinnioan, provocata dalla ribellione degli schiavi bambini" è il titolo completo del manoscritto, e racconta la saga delle Vivian Girls, che intervennero in aiuto degli schiavi bambini dopo l'assassinio scioccante di un piccolo ribelle, cominciando cosi' una guerra contro gli empi Glandelinian. Nel libro, Darger proclama "il diritto dei bambini di giocare, di essere felice e di sognare, il diritto ad un sonno normale nella notte, il diritto all'istruzione, affinche possano avere pari opportunità per lo sviluppo di tutto ciò che e' in noi, nella mente e nel cuore ".

Scoprii Henry Darger in una mostra nel 1996 a Losanna, in Svizzera. Fu un'esperienza sconvolgente e illuminante. La storia di Henry Darger mi insegno' due cose. La prima è che l'arte, il creare arte, è una necessità del genere umano. Come l'amore e l'amicizia, la necessità di creare l'arte è in ognuno di noi. Si tratta di una verita' così evidente quando si guardino dei bambini disegnare, modellare la creta, o recitare. Una verita' che dimentichiamo in età adulta, dove arte è un'attività specializzata, fatto da professionisti qualificati chiamati artisti, e certificata da esperti tecnici detti critici. Tutto cio' per poter commercializzate alcune commuoventi espressioni dell'animo umano in modo proficuo, quadro libro o scultura che siano.

La seconda cosa che imparai era legata alla tristezza che la storia di Henry Darger mi ispirava. Perché trovavo la storia triste, mi chiesi? In fondo, Henry Darger ebbe una vita meravigliosa, impegnato a creare universi spettacolari, una vita più ricca di quella di molti di noi. La tristezza, mi resi conto, veniva dal fatto che Henry Darger non fu mai in grado di condividere la sua arte con altri da vivo. Perché se è vero che l'arte, come l'amore, è una necessità del genere umano, è anche vero che l'arte, come l'amore, ha bisogno di essere condivisa.

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