Il Poker

Gino Spinelli (Bari Vecchia, Italia, 1990)

Gino Spinelli era uno dei soggetti che si incontrano raramente nella vita, un archetipo, una forma pura, cosi' diverso dai banali stereotipi che riempiono il mondo. Chiunque l'abbia conosciuto, anche per breve tempo, non puo non conservarne una memoria indelebile. Una specie di John Belushi, ma dieci volte piu' intenso. E come Belushi, scomparso prematuramente tra lo stupore generale dei suoi amici, che ancora oggi si aspettano di incontrarlo per strada la sera, o trovarselo alla porta di casa agli orari piu' impensati.

Qualche tempo fa mi e'capitato di leggere una memoria di Gino Spinelli che me lo ha fatto rivedere vivido e reale come se sedesse di fronte a me. Un pezzo di letteratura spettacolare e commuovente, scritto dal comune amico Matteo Sparapano. Rige scritte col cuore in mano, poderose, che meritano di essere lette anche da chi Gino non l'ha mai conosciuto, perche' solo le cose fatte col cuore hanno valore. Il resto e' nulla.

"Dal giorno del passaggio di Gino ad una nuova esperienza porto con me un Asso di Cuori, come segno delle memorabili partite a Poker che gli consentivano - tramite me soprattutto, ma in buona parte anche per il contributo di Renato, mio fratello Salvatore e il fidato Marcello - di finanziarsi i suoi viaggi in aereo verso la terra di Spagna della sua amata Cris. In pratica, il più delle volte ci ripuliva completamente. Ma per quanto le clamorose perdite a Poker mi causassero gravi scompensi emotivi, subito mi consolavo dicendomi che erano certamente soldi ben spesi. Vedere Gino giocare a Poker era infatti uno spettacolo inimitabile: si assentava lungamente, fumando, guardando in alto, poi in basso, a tratti battendo velocemente le ciglia e corrugando la fronte, pensando a chissà cosa, tanto che raramente si accorgeva che era il suo turno di giocata e comunque solo dopo che più volte si era tentato di risvegliarlo: "Gino..."... sguardi di intesa fra i presenti e risate... "Gino ..." ...risate... "Gino, puoi aprire? " ...silenzio ... "Gino !!!!" e lui: "Ehh??? Tocca a me?" "Si, Gino (tono di rassegnazione) tocca a te. Che fai? Puoi aprire?" E dopo aver visto le carte con lento e studiato stile far west: "No, non apro." Stessa cosa per tutte le altre fasi del gioco.

Aveva poi, ultimamente, adottato una di quelle 'manine' con manico che i più trucidi usano per grattarsi la schiena (e lui - ammettiamolo - era proprio trucido). E giù a grattarsi a fondo con spasmodiche contorsioni e gemiti prima di fastidio e poi di godimento : "mmmhhhh .... aahhh ....mmmhhh....aaaaaaaahhhhhhhh ....". C'era da piangere letteralmente dal ridere.

Memorabili erano poi i suoi rilanci. Non si tirava mai indietro, sino alla fatidica spacconata : "Piatto !!!" Quant'era il piatto? 30, 40, 50 mila lire? Di più? Non contava. In ogni caso non si tirava indietro. E - cazzo! - vinceva. Vinceva sempre. Aveva un culo con le carte, ma un culo che mi ha fatto spesso seriamente pensare che fosse la prova vivente che esistono altre leggi in natura o fra Cielo e Terra che noi non conosciamo.

Ovviamente delle sue vincite si pavoneggiava moltissimo e ti spiegava che lui sapeva benissimo che tu non potevi avere altro che quel punto o che si vedeva lontano un miglio che era un bluff....etc...etc.... ma la verità è che lui a Poker vinceva perchè aveva un culo mistico: del tipo che faceva punti altissimi, battendoti magari per pochissimo, scartando ben 3 carte.

Ma quando perdeva era uno spettacolo ancora superiore. Ricordo vivamente una partita in cui - fatto rimasto unico - riuscii in una mano di una particolare variante della Teresina (a sua volta una variante del Poker) a tenere così bene 'nascosto' il mio punto molto alto - mentre lui a botte di rilanci aveva convinto tutti gli altri ad abbandonare - che .... mentre si stava praticamente alzando per prendersi la posta .... "Vedo e rilancio" dico io. E lui, prontamente: "Cazzo!!!", con la voce resa roca dal fumo e dagli improbabili intrugli di succhi di frutta multivatiminici e liquori di terz'ordine. E poi: "Cazzo!!!"... (pausa)... "Cazzo !!!" ......(pausa più lunga)......"Cazzo!!!" Seguono vari gesti nervosi, mano fra i capelli, mosse da tarantolato ..."Cazzo ... Mi ha inculato !!!". Ragazzi, c'era da scivolare sulla sedia dalle risate ed alcuni di noi veramente finivano per cadere sotto il tavolo.

Unforgettable Gino, che cazzo ci hai combinato? Possibile che la morte avesse quel giorno un punto superiore al tuo? Io dico di no. Ho il mio Asso di Cuori che lo testimonia. Salve di cannone e birra a fiumi per il nostro amico."

Matteo Sparapano

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