Egregio direttore,
la mi scusi se mi permetto di scriverla direttamente cosi, senza riguardi. Io poi che in realta il suo giornale neanche lo guardo, anche se in casa non manchiamo un numero dovesse cascar il mondo, dovesse cascar. Ma io non lo leggo anche perche' a dir la verita' io l'unica cosa che leggo son ricette di cucina, che senza falsa modestia mi considero una cuoca con fiocchi, controfiocchi e velaccini. E lei si chiedera': "Ma allora com'e' che scrive a me e non al direttore della Cucina Italiana?". Giusta domanda, dico io, e rispondo: perche' non si tratta mica della sottoscritta, ma di mio marito. Che l'ha tanto in stima, pover tapino.
Il mio caso e' il seguente: mio marito, tapino, e' malato di politica. E guardi che, anche se non sono una gran cima, lo so ben anche me che la politica non e' una malattia. Che anzi, a cert'uni fa un gran bene, li rinvigorisce, gli da due, tre anche quattro stipendi e cosi' via. Ma a mio marito no. La politica bene non fa. E' diventata un'ossessione. Si rode, si rode, e firma gli appelli contro questo e contro quello. E manderebbe in campo di concetramento mezza Italia, o forse tutta. All'inizio dicevo e vabbe, porello, ognuno si svaga come puo'. Di contro lui di carettere allegro non e' mai stato. E mi dicevo finche' e' occupato, in fondo e' come la partita. Solo che anziche' penare a guardare la schedina e la classifica di serie A, si guarda i sondaggi e firma petizioni. Ma in fondo, mi dicevo io ingenuotta che non son altro, una cosa vale l'altra.
Poi pero col tempo, oltre a essere il solito bestia, magari anche peggio, che mangiava con gli occhi attaccati al telegiornale dicendo ue' non dicon questo non dicon quello, ed ad andare a letto imbufalito grugnado e bestemmiando, come quando capitava che la Ternana perdeva, beh, oltre a tutto cio, che io ci ero gia abituata dato che l'ho sposato, ha cominciato a ignorarmi. Beh, mi capisca cosa voglio dire, direttore, che io son timida e mi vergogno a parlare di queste cose. Insomma, prima, un paio di volte a settimane, i suoi doveri coniugali li faceva e devo dire che si faceva ben perdonare il brutto carattere, il bestiolino mio. Ma da quando ha smesso il pallone per la politica, nulla. E' una cosa che proprio gli offuscava il comprendonio, e non riusciva proprio di pensare ad altro neanche per un po'. Sempre li a smadonnare contro il sindaco che era un ladrone di qua un ladrone di la, e che meglio sarebbe stato se non nasceva e cosi' via.
Ebbe, caro direttore, io son stata ben paziente, ma alla fine non ce l'ho fatta piu' e' ho capito che dovevo far qualcosa. E cosi mi son vestita di tutto punto, e zac, mi son presentata al comune ed ho chiesto di parlar col sindaco. Che gli volevo dire se insomma la smetteva di prendere in giro tutta quella povera gente come mio marito, che non e' una cosa dabbene, che loro non campavano piu' e le loro mogli men che meno. E io glie l'ho cantata proprio tutta, caro direttore. Io saro' ignorante, ma tirarmi indietro proprio no. Ero una belva inviperita, direttore caro. E glie l'ho detto chiaro e' tondo che doveva smetterla, e cha aveva rovinato la vita al mio bestiolino, che lui oramai smadonnava soltanto e firmava firmava petizioni, e che eran piu' sei mesi che non mi sfiorava neanche con un mignolo. E lui? Mi aspettavo che piu' glie la cantavo piu' si sarebbe adirato. Macche'! Gentile, d'un gentile che proprio non me l'aspettavo. Mi si e' avvicinato, e mi diceva ma com'e' possibile di qui, ma come'e possibile di la. E insomma direttore, la carne e debole, e per far corta una storia lunga, da quel giorno io vado a trovare il sincaco altro che due volte a settimana.
Ora io le chiedo, mio caro direttore, ma la colpa di tutto questo di chi e'? E io lo so ben che il sindaco santo non e', e il mi maritin bestia magari ci ha anche ragione. E io santa non sono neanche, ma in fondo caro lei io se continuavo cosi, alla fine continuavo a smadonnar come il maritin bestia che mi ritrovo. E allora ho capito, mio direttore caro, mi e venuto chiaro come un fulmine a ciel sereno: la colpa e' del giornale. Gia, proprio del giornale. Ma insomma, sempre a parlar del sindaco, e del nemico del sindaco, e questo ha fatto una puzza di qua, e questo ha fatto una puzza di la. E cosi' ai deboli di testa come il mio maritin gli viene l'ossessione, non pensano ad altro, e votano per un fesso o per l'altro, e si dimenticano la moglie.
E insomma, tornata dal sindaco mi son fatta tutto questo ragionamento, che nella mia testolina filava e fila ancora come una meraviglia, per quanto ignorante son. E cosi, quando e' tornato a casa il maritin bestia, gli ho dato uno sganassone ma uno sganassone che lui non se l'aspettava e gli e' uscito il sangue dal nasoe anche un po' dall'orecchio, l'ho preso per mano e l'ho portato in bagno, a fargli vedere come avevo annegato la televisore nel basgnoschiuma. E poi gli ho detto che se comprava un'altro giornale gli avrei fatto fare la fine del televisore (a lui, non al giornale). E direttore caro, non ci credera', ma sara' stato l'effetto dello sganassone, che deve avergli fatto rientrare un paio di rotelle, ue', il mio maritin bestia mi si e' riaggiustato che ancora non ci credo. E i suoi doveri li fa non due volte alla settimana, ma ben di piu'.
Quindi, con la presente, ci tengo a ringraziarla. Che per ogni disgrazia creata dal suo giornale infame e dai telegiornali dei suo degni compari, si e' trovata una bella soluzione. Che grazie a voialtri il mio maritin prima si e' ammalato, ma ora e meglio di prima. Per non parlar del sindaco...
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