Il mio Sogno Americano comincio' in Madison, Wisconsin, senza una macchina. Ero atterrato con un biglietto di sola andata, un visto di un'anno e due valige con tutti i miei averi. Alla lettera. Trovai una stanza economica nella periferia con migliaia di mosche. Il Wisconsin e' uno stato famoso per l'abbondanza del latte, del formaggio e delle mucche, anche se non molti fanno sapere delle mosche associate al tutto. Dovrebbero.
Dopo poche settimane, capii che avevo davvero bisogno di una macchina. Riuscii ad avere la mia prima macchina americana gratis attraverso un amico. Una Lincoln del 1974, una delle macchine piu' grandi construite mai in Nord America. Enorme oltre ogni immaginazione. Nel sedile anteriore ci stavano comodamente tre persone di taglia abbondate. Solida dagli sportelli al tetto. Il motore era la parte piu' impressionante. Dopo averlo fatto partire, spingendo sull pedale dell'acceleratore a folle, si poteva chiaramente percepire la macchina piegarsi lentamente a sinistra. E piu' si accelerava piu si piegava. Una conseguenza dell'immane momento meccanico del motore, come nel caso di un aereo a elica. La Lincoln 1974 era un monumento all'opulenza barocca e modernista dell'America degli anni settanta. Acciaio e benzina dureranno per sempre era la sua didascalia.
Ho speso solo alcuni mesi in Wisconsin, a poi mi sono mosso a ovest, come farebbe qualunque rispettabile avventuriero in cerca di fortuna in America. Li' presi la mia seconda macchina americana. Comprata per niente da una donna tedesca, pagata in contanti. La macchina era in forma perfetta, come ci si sarebbe aspettato considerando chi la vendeva. Un buon affare. In netto contrasto con la mia macchina precedente, si trattava di una delle macchine piu' piccole a percorrere le strade americane, una Cevy Sprint del 1984. Il riferimento a Orwell non era casuale. Una macchina progettata per le masse, in un epoca in cui la scarsita' di risorse e persino l'ambiente cominciavano ad avere un peso. Piccola, efficiente, economica. Spendevo decisamente meno in benzina, e potevo sentirmo meglio in termini di ambiente, anche se mi mancava il fascino puramente americano della Lincoln.
Il paragone rigoroso tra le due macchine colpisce. La Chevy aveva 3 cilindri, un motore di 933cc , e pesava 620kg. La Lincoln aveva 8 cilindri, un motore di 7.500cc e pesava 2.388kg. E corretto dire che in media ci volevano circa 6 Chevy per una Lincoln.
Potrei dire che le ho amate entrambe. Nella maniera in cui si puo' amare una attrice romantica e decadente con i suoi gesti plateali, o una segretaria efficiente dove non un solo gesto suggerisce spreco. Ma la memoria piu' forte che ancora conservo nel cuore e' legata alla Chevy. Avevo cominciato la mia guerra per una vita migliore in Califorina, come un cavaliere senza armatura a cavallo di una Chevy Sprint rossa. Quel pomeriggio stavo guidando sulla 80 ovest verso il Bay Bridge. Il sole splendeva, come capita spesso in quella terra benedetta. Ero ancora in uno stato ti euforia latente causato dal sole, dall'essere nel nuovo mondo, dal guidare a 110 km/h in una strada a cinque corsie, dannatamente vicino a tutte le altre macchine alla stessa velocita'. Guardavo la baia. Sulla sinistra Treasure Island, Alcatraz e il Golden Gate sullo sfondo. La bellezza di quella vista. La mia ricerca della felicita' era cominciata col piede giusto, o almeno cosi' sembrava. E poi accadde. D'un tratto la spalliera del mio sedile cedette, e in una frazione di secondo mi trovai steso orizzontalmente, a guardare il tetto della macchina dall'interno. Lo sterzo libero di girare in qualcunque direzione a suo piacimento, le mie mani puntate al cielo. Il mio cuore sobbalzo, e ricordo chiaramente pensare "questa e' la fine". Un triste finale. Come un cavaliere pronto per la guerra che muoia di un colpo di calore nella sua armatura prima di raggiungere il campo di battaglia. Patetico.
Ricordo che pensai alla Lincol 1974 nel preciso momento in cui andai giu'. Quando si e' mollati dalla fidanzata di fronte all'altare il primo pensiero e' per l'ultima ragazza che non ci avrebbe mollato per nulla al mondo. Pur con tutte le affermazioni poco corrette a livello ambientalistico e sociale, con le assurde pretese in termini di alimenti, con i patetici gesti grandiosi, la Lincoln non mi avrebbe mai abbandonato in maniera cosi' insensibile e ridicola. Eventualmente, riuscii a sopravvivere l'accaduto. Da allora, comunque, non sono riuscito piu' a fidarmi di nessuna macchina di piccola taglia. E ho il cuore debole per i relitti grandiosi e antiecologici di un'era pre-decandente con un cuore grande cosi'. Dopo tutto, l'amore vero non ha a che fare con efficienza.
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