Un altro pezzo dello scrittore Julian Nonovski. Questa volta su una pittrice.
"La maggior parte delle persone che si incontrano nella vita sono ordinarie, si sforzano di essere normali e possono essere banalmente divise in categorie come lettere nelle cassette della posta. Ci possono essere differenze all'interno dei vari gruppi, ma lievi. Ci sono poi persone diverse, che resistono alla classificazione. Rifiutano le norme sociali con una ribellione che è un riflesso, non ragionata. Le loro differenze non sono comunque eccessive e una classificazione è tuttavia ancora possibile. In fine ci sono coloro che sfidano ogni tipo di classificazione. Le loro idee sono troppo originali e le loro emozioni troppo complesse. E anche gli aspetti piu' semplici della loro personalità hanno un tocco peculiare. Queste sono le persone che io considero interessanti ...
Ho conosciuto Eleana, nell'autunno del 1984. Al tempo cercavo di vivere in Medio Oriente, in un paese di cui non parlavo lingua. Studiavo anche. La mia vita era piena di tensioni e confusione, e mancava di scopo. Come se non bastasse, vivevo in uno di quei dormitori pieni di persone identiche che cercano di fare la stessa cosa, la qual cosa mi deprimeva. Eleana arrivo' con il suo ragazzo, un mio collega, ma non riusciva a vivere nei dormitori. Troppo demoralizzanti. Appena abbiamo potuto, abbiamo trovato una via d'uscita affittando un appartamento. Eleana non era una studentessa. Era una pittrice, ed aveva pensato a lungo su persone e cose. Proveniva da una parte del mondo completamente diversa dalla mia, ed era molto appassionata nel difendere cio' in cui credeva e nelle cose che faceva. Un cambio rispetto alla monotonia del corpo studentesco. Siamo diventati subito buoni amici, dopo lunghe chiacchierate fino a notte fonda discutendo di arte e artisti (Chagall in particolare), musica, psicologia, e passione. Parlavamo delle forze che motivano le persone e le relazioni complesse che hanno, e l'appartamento inizio' a riempirsi di quadri ...
I quadri erano su ogni possibile soggetto. Alcuni, i piu' introspettivi, erano autoritratti, altri erano nature morte con fiori e altri oggetti, mentre altri ancora erano astratti. In tutti potevo cogliere un sentimento chiaro, emanato direttamente dalla tela. Tutto cio' era nuovo per me ... l'avere una tela che mi parlava, infondendomi emozioni e idee, a volte in modo sottile, mentre ci passavo accanto e la guardavo distrattamente, altre volte catturandomi completamente.
Dopo qualche tempo Eleana dovette tornare a Cuba, e avviammo una corrispondenza che continua fino ad oggi, un'amicizia cementata per iscritto. Dopo aver terminato i miei studi decisi che dovevo andare a trovarla nel suo paese natale, e mi concessi un po di tempo per stare a L'Avana e andare in giro con lo zaino in tutto il resto del paese, di cui ben presto mi innamorai. Questa fu la mia iniziazione a Cuba. Tornai in patria dopo tre mesi con due dei suoi dipinti (ancora in bella mostra a casa mia), con l'ossessione di ritornare. Ironicamente, i nostri cammini si sono incrociati piu' volte, letteralmente, quando Eleana e' venuta a vivere in Canada, mentre io mi sono trasferito a Cuba. E quando più tardi siamo tornati alle nostre terre di origine.
C'e' un momento in particolare che mi e' rimasto impresso in maniera indelebile. Quando Eleana visito' in Canada per la prima volta, la portai al museo d'arte locale, e dopo qualche sala giungemmo alla sezione impressionista, dove fui testimone del suo primo incontro con un quadro di Chagall. Non dimenticherò mai l'interazione tra lei e il dipinto. Era come se parlassero tra loro. Passarono minuti, durante i quali per me non aveva senso dir nulla. Alla fine si girò verso di me, evidentemente commossa, e tutto cio che disse fu "Dobbiamo andare ora"."
Julian Nonovski
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